COMUNICATO STAMPA (per L’Unione Sarda) – Convegno di Como, sabato 3 dicembre.
, così ha dichiarato Domenico Scala, Vicepresidente Vicario della Consulta regionale dell’emigrazione intervenendo a Como nel convegno organizzato dal locale Centro culturale e ricreativo sardo, il quale ha pure espresso le sue preoccupazioni “per la inarrestabile chiusura di circoli sardi all’estero, cui corrisponde una maggiore proliferazionenel territori italiano, con la conseguente perdita di posizioni della Sardegna a livello internazionale creando uno squilibrio dagli inevitabili contraccolpi sulla promozione dell’isola oltre che un’ingiusta distribuzione delle risorse regionali sull’associazionismo. Da qui la necessità non solo di rivedere i contenuti delle politiche migratorie, ma anche di ripensare gli strumenti organizzativi, quali la Consulta, le Federazioni e le associazioni”. L’incontro, introdotto dal presidente del circolo Pietro Palmas, è stato moderato da Tonino Mulas, presidente onorario della Fasi (federazione delle associazioni sarde in Italia) che ha presentato l’ultimo libro di Aldo Aledda, Sardi in fuga in Italia e dall’Italia. Politica, amministrazione e società in Sardegna nell’era delle moderne migrazioni (Franco Angeli, 2022), a proposito del quale ha sostenuto che le tesi contenute nel volume, soprattutto quelle di natura politica, da parte dell’autore che per oltre vent’anni ha gestito l’emigrazione sarda sul fronte dell’amministrazione regionale e oggi è un importante protagonista dell’emigrazione italiana come Coordinatore del Comitato 11 ottobre, un think-tank nazionale che segue i problemi degli italiani nel mondo, meritano di costituire oggetto di attenta riflessione in tutto il mondo dell’emigrazione sarda. Lo stesso Aledda intervenendo ha precisato che la politica regionale, passando dall’originale taglio risarcitorio e assistenziale dell’epoca in cui i flussi migratori erano ancora in atto e quella successiva di “ambasciatori della Sardegna nel mondo”, oggi anche di fronte del crescente esodo di giovani deve aggiornare i suoi strumenti per mettere relazione più diretta i sardi nel mondo con quelli residenti anche per combattere i drammatici problemi dello spopolamento e dell’invecchiamento in corso nell’isola e che nel tempo ne ridurranno popolazione, welfare e capacità economiche. Chiudendo i lavori il presidente della Fasi, Bastianino Mossa, ha assicurato che non solo i problemi dei sardi fuori, ma anche di quelli residenti saranno al centro dell’azione della maggiore organizzazione dei sardi fuori dell’isola, focalizzandosi su alcuni problemi come quello dell’insularità e della continuità territoriale su cui oggi è attivamente impegnata l’organizzazione, anche con i suoi giovani oggi intenti a migliorare le proprie capacità propositive e di intervento a favore della Sardegna.
Il vasto dibattito che ne è seguito è servito a concentrarsi maggiormente sui problemi dell’emigrazione sarda e quelli dell’isola dimostrando una volta di più che le capacità propositive dei sardi fuori, che fanno tesoro di una maggiore conoscenza del mondo moderno e delle sue dinamiche, costituisce un imperdibile patrimonio di conoscenze e di opportunità che la Sardegna non può permettersi il lusso di perdere. (D.S.)
Lascia un commento